Gran Sasso, assoluzioni nel processo per pericolo di inquinamento
- segreteria5426
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Enrico Napoletano ottiene l’assoluzione per il Geom. Faragalli (Ruzzo Reti)
Teramo, lì 20/10/2025 - Dopo 5 anni di processo, la Giudice Dott.ssa Di Valerio del Tribunale di Teramo ha assolto Società e imputati dell’azienda acquedottistica del teramano, difesa dal Prof. Casellato, il Presidente Antonio Forlini, difeso dall’avvocato Lettieri, i Dirigenti Giambuzzi e Napolitani, difesi dagli avvocati Araclio e Marconi e il Quadro Maurizio Faragalli, difeso dal Prof. Avv. Enrico Napoletano.
L’accusa formulata da un pool dei Pubblici Ministeri era di aver causato una situazione di pericolo di inquinamento ambientale alle acque del Gran Sasso per condotte colpose consistenti, nella sostanza, nell’asserita mancata manutenzione dell’acquedotto e nella inefficace predisposizione di sistemi di rilevamento precoce di sostanze inquinanti presenti nelle acque destinate al consumo idropotabile in quanto nelle stesse erano state rinvenute occasionalmente alcune tracce di sostanze pericolose (Toluene e Cloroformio) provenienti ora dalla manutenzione della segnaletica delle gallerie del traforo ora dai Laboratori di Fisica Nucleare, esponendo così a pericolo la salute delle persone e la qualità delle acque del Gran Sasso.
Per il Tribunale l’accusa dei PPMM è infondata e manda assolti il gruppo Ruzzo “per non aver commesso il fatto”: come ampiamente argomentato dal Prof. Napoletano nella discussione del 13/10, l’accusa di pericolo di inquinamento ambientale colposo è priva di alcun riscontro oggettivo: “in questo processo non sono state definite, innanzitutto, le singole posizioni soggettive degli imputati dove tutti rispondevano del tutto, senza differenziare ruoli, poteri e responsabilità. Faragalli era un Quadro alto d’esperienza senza però alcun potere autonomo di intervento o di spesa. In secondo luogo, poi, la contestazione colposa.
Faragalli ha correttamente monitorato il funzionamento delle sonde di rilevamento precoce delle acque prima di entrare in acquedotto, ha assicurato al meglio della sua posizione di reperire la sonda UV mancante ma senza mai pregiudicarne il funzionamento”; e ancora, più in generale, il Prof. Napoletano commenta che “la norma contestata è sui generis. Si contesta il pericolo futuro che una situazione attuale possa sfociare in un danno ambientale.
Ebbene, nella mia discussione ho dimostrato che qui non c’è mai stata una situazione pericolosa di danno futuro.
Innanzitutto, perché tutte le acque al consumo umano hanno sempre rispettato i limiti di legge della normativa sulla potabilizzazione; poi, perché, in riferimento ai limiti ambientali, la Legge ci dice che per esserci un inquinamento deve ricorrere una situazione di compromissione o deterioramento della matrice acqua che sia significativa e misurabile. Le concentrazioni trovate di Toluene e Cloroformio erano occasionali e scarsamente significative, di pochissimo sopra i limiti e la giurisprudenza ci dice che se il mero superamento del limite non costituisce prova della significatività del danno come potrebbe mai rilevare come pericolo?”. Le motivazioni saranno pronte in tre mesi ma pare proprio che questa pronuncia sia destinata a fare scuola su un punto sul quale ancora nessun Giudice si era ancora pronunciato.
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